Palazzi Storici

Il Castello di Mussomeli

Località: provincia di Caltanissetta

ORARIO INVERNALE: tutti i giorni tranne il LUNEDI’ se non festivo. dalle 9.15 alle 12.45

ORARIO ESTIVO: tutti i giorni tranne il LUNEDI’ se non festivo. dalle 9.15 alle 12.45 dalle ore 15,15 alle ore 18,45

Noto anche come castello manfredonico è una fortezza eretta tra il XIV e il XV secolo. Si trova su una rupe, a due chilometri ad est di Mussomeli (provincia di Caltanissetta), ad un'altezza di circa 778 metri

Le tracce architettoniche più antiche del sito sono di epoca sveva (tra queste, la cappella, posta nel recinto interno). Il castello fu poi edificato tra il 1364 e il 1367[2] da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica (morto nel 1391), mentre le forme attuali del fortilizio si devono soprattutto all'intervento operato all'inizio del XV secolo dai Castellar, signori di Mussomeli.

Oltre alla cappella, assai rilevante è la cosiddetta "sala dei Baroni" (o "sala del trono"), anch'essa sita nel recinto interno. Su questa corte affacciano dei pregiati portali di stile chiaramontano.

Interessante pure la "sala del camino" e la "sala da pranzo", caratterizzate da elementi gotici, e la "camera da letto" del conte, a doppia volta a crociera. Da ricordare ancora l'armeria, la cosiddetta "camera della morte", con insidiose botole, la "stanza delle tre donne" e il carcere feudale. 

All'esterno si notano il ricovero del corpo di guardia e la cappella, dedicata prima a san Giorgio, protettore dei Chiaramonte, indi alla Madonna della Catena, con probabile riferimento ai detenuti.

Nel 1391 il maniero entrò in possesso di Andrea Chiaramonte, che ebbe dei seri contrasti con la regina Maria, tanto da essere giustiziato l'anno successivo.

La rocca passerà ai Moncada e, più tardi, in modo definitivo, ai Lanza: Cesare Lanza, nel 1564, acquisirà il rango di primo conte di Mussomeli. Suo figlio Ottavio, nei primi anni del Seicento, decise di abbandonarla e adibirla a carcere: poi verrà abbandonata alla mercé delle intemperie e ciò la salvaguarderà, almeno, dai rifacimenti secenteschi e settecenteschi con la conservazione dell'aspetto originario, seppure degradato.

Il castello manfredonico, oltre alla sua mimetizzazione nella roccia calcarea, all'impervia e solitaria posizione, simile ad un nido d'aquila, che lo differenziava da altri fortilizi, contraddistinguendo il paesaggio e lo scenario della zona, acquistò rinomanza, anche fuori della Sicilia (lo volle visitare anche il kaiser Guglielmo II di Germania), per le leggende e le storie che riguardavano le sue mura.

Rimasero nella mente di molte persone l'episodio delle tre donne murate vive; la tragica vicenda di Laura Lanza, figlia di Cesare e baronessa di Carini, effettivamente avvenuta e documentata in un atto del 1563, conservato nella chiesa parrocchiale del suddetto paese siciliano; il fatto riguardante lo spagnolo don Guiscardo de la Portes, al servizio, nel 1392, del re Martino I di Sicilia, presunto fantasma del maniero, morto durante un combattimento contro il ribelle Andrea Chiaramonte

Mussomeli

Si presume che il territorio di Mussomeli sia stato abitato fin dall'epoca preellenica (prima del 1500 a.C.) dai Sicani e dai Siculi, attratti dalla sicurezza offerta dalla conformazione del territorio e dalla fertilità della terra. Ciò è testimoniato da numerose zone archeologiche nelle vicinanze del paese. Qualche migliaio di anni dopo, i Romani scelsero queste terre anche perché svolgeva durante le guerre un ruolo di raccordo tra il centro Sicilia e le coste.
Nel 1370 Manfredi di Chiaramonte inaugurò il Castello Manfredonico Chiaramontano di stile gotico-normanno, costruito su una precedente fortezza araba, che si innalza su una rupe fino a 778 metri: "Il nido D'Aquila"

Nel territorio del comune di Mussomeli è compreso il sito archeologico di Polizzello. 

Notevoli abitazioni nobiliari sono Palazzo Trabìa, Palazzo Mistretta, Palazzo Langela, Palazzo Minneci e Palazzo Sgadari (quest'ultimo adibito a museo archeologico, con resti da Polizzello e da Raffe). Vi è poi la torre civica, costruita dalla famiglia Lanza nel 1533.

Numerose le chiese costruite nel corso dei secoli tra cui la chiesa madre di San Ludovico ed il Santuario dedicato a Maria SS. dei Miracoli (comunemente detta Madonna dei Miracoli), fondata da padre Francesco Langela, proveniente da una delle famiglie più nobili e potenti del paese, patrona della città, che si venera l'8 e il 15 settembre di ogni anno. Da ricordare anche l'attiguo chiostro (costruito poco più tardi dal nipote frate Nicola Langela), la Parrocchia di San Giovanni Battista e le chiese di Santa Maria, di Sant'Enrico, di Maria SS. del Carmelo, di Cristo Re e la recente Parrocchia Trasfigurazione di Santa Teresa al Castello. Alcune, le più antiche, sono tuttora chiuse a causa dell'inagibilità dei locali: fanno parte di questo gruppo la chiesa della Madonna di Trapani, di Santa Margherita e Sant'Antonio.

 

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