Sentieri

Piano Vitore, itinerario ad anello

Località: Parco dell'Etna
Difficoltà: escursionistico
Tempo di percorrenza: 2h, soste escluse

Da Piano Vetore, sul margine sud-ovest si trovano diverse villette e strutture ricettive, tra cui il Grande Albergo dell’Etna, a partire dalla strada, dove si trova una grande lastra di pietra lavica con incisa la scritta Parco dell’Etna, superata la staccionata in legno, che impedisce l'accesso agli autoveicoli, si procede, accompagnati dalla bella vista delle pendici meridionali del vulcano, con i piccoli coni secondari di Monte Nero e Monte Nero degli Zappini, lungo la carrareccia con il fondo ricoperto da molta sabbia lavica. 

Dopo circa 200 metri si incontrano delle lastre di pietra lavica e poche decine di metri dopo una stradina asfaltata dove è collocato il P.O. 1 del Sentiero Natura Monte Nero degli Zappini, il primo sentiero ad essere stato tracciato e segnalato dall'Ente Parco dell'Etna. 

Si svolta a sinistra, per pochi metri, e poi si riprende, sulla destra, la pista sterrata che sale leggermente in direzione di una lunga lingua di lava che scende dall'alto. 

Camminando poi su un sentiero ben battuto si raggiunge il P.O. 2, posto alla base della lingua di lava creata dall'eruzione del 1985, e poche decine di metri dopo il P.O. 3, proprio di fronte ad un piccolo cono vulcanico formato da un accumulo di scorie saldate.

Una volta aggirato da nord e da nord-ovest il piccolo cono vulcanico, si inizia a scendere e, seguendo uno stretto sentiero, si raggiunge, dopo qualche centinaio di metri, un bivio dove si trova un lastrone lavico. 

Il sentiero di sinistra, abbastanza largo, attraversa una colata lavica quasi totalmente priva di vegetazione, anche erbacea, e in poco più di cento metri porta ad una tipica casa in pietra lavica, con accanto un piccolo pozzo e la Grotta Santa Barbara utilizzata, in passato, come neviera. Il sentiero procede fino a ricongiungersi con la stradina asfaltata lasciata in precedenza. 

Si consiglia, di ritornare indietro, sino al lastrone in pietra lavica, per riprendere il sentiero abbandonato precedentemente e procedere in discesa su uno stretto, ma ben evidente, viottolo. In breve si raggiunge il P.O. 4 dove, sotto ad un albero, e ben mimetizzata tra la vegetazione erbacea, si trova una pietra cannone, una di quelle curiose formazioni laviche che si creano dopo il raffreddamento della lava depositatasi attorno ad un grosso tronco d'albero. Il legno del fusto della pianta morta con il tempo si decompone ed una volta polverizzato il cilindrico blocco di lava rimane internamente cavo assumendo la curiosa forma di un cannone.

Si continua a scendere seguendo lo stretto sentiero bordeggiato da vasti tappeti di ginepro emisferico e astragalo dell'Etna mentre si domina, dall'alto, il vasto complesso di un ovile formato da una piccola casa in pietra lavica, diversi recinti per gli animali e un abbeveratoio, strutture, queste, che ben si inseriscono nell'ambiente circostante e che meritano, sicuramente, una visita.

Lasciato l'ovile sulla destra si prende la strada sterrata e si inizia a scendere di quota entrando, ben presto, in una fitta pineta con un sottobosco ricco di felce e ortica, cui si alternano, di tanto in tanto, vaste radure. 

Raggiunto il bivio si svolta a sinistra e si continua a scendere costeggiando, a sinistra, la recinzione del Giardino Botanico Nuova Gussonea, importante area di studio dove sono stati ricreati i principali ambienti che caratterizzano il territorio etneo (per la visita contattare l'Università di Catania), sino ad arrivare ad un ulteriore bivio dove si incontra la Pista altomontana etnea che, lunga circa 42 chilometri, attraversa tre versanti del vulcano snodandosi ad un'altezza compresa tra i 1700 e i 2000 metri.

Si svolta a sinistra e si procede lungo la strada asfaltata. Si lascia sulla destra l'innesto della strada che porta al Vivaio forestale, si esce dal bosco e si raggiunge un ulteriore bivio dove si abbandona, sulla destra, la pista altamontana etnea e si procede a sinistra. Da qui, in poche centinaia di metri, si raggiunge il P.O. 1 dove si riprende la carrareccia per raggiungere il punto di partenza.

Un viaggio sostenibile e solidale attraverso la storia e la natura della Sicilia

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