Sentieri

Sentieri Parco delle Madonie

Località: Parco delle Madonia
Difficoltà: variabile
Tempo di percorrenza: variabile

MADONIE MERIDIONALI E CENTRO OCCIDENTALI

Monti di Polizzi Generosa, nel VALLONE MADONNA DEGLI ANGELI
Da Polizzi ci si dirige verso la periferia est e si prende la SP 119. Dopo circa 1 km si segue la strada sterrata che sale verso la Casa Sanguisuche. Qui si abbandona la sterrata e si sale lungo un sentiero che regala ampie panoramiche verso la Sicilia centro-meridionale. 
Ripresa di nuovo la strada sterrata si continua in salita per 1300 metri circa quando si imbocca, sulla sinistra, uno stretto sentiero. Da qui si procede a mezza costa lungo le pendici di Monte Cavallo e Monte Scalone.
Aggirate le pendici occidentali di Monte Scalone si entra nell'area del Vallone Madonna degli Angeli dove crescono alcuni degli ultimi esemplari al mondo di Abies nebrodensis

PIANO NOCE - TIMPI A MIANNULA - LA PADELLA
Raggiunto il km 6 della SP 119, si prende la strada sterrata che scende fino al Vivaio di Piano Noce e si procede verso il Vallone San Nicola. Superata una sbarra si inizia a salire in un ambiente caratterizzato da macchia mediterranea, attraversando le cosiddette Timpi a Miannula. Si supera il selvaggio Vallone Inferno e continuando a salire si raggiunge il pianoro di Roccasella dove si trovano i resti di un interessante màrcatu. Da qui si procede per un breve tratto verso sud per ammirare, facendo molta attenzione e rimanendo lontani dal precipizio, La Padella.

QUACELLA - VALLONE MADONNA DEGLI ANGELI - SANTUARIO DELLA MADONNA DELL'ALTO
Dal cancello del demanio forestale di contrada Quacella, all'altezza del km 8,3 della SP 119, si segue la strada sterrata che in breve esce dal bosco di conifere regalando una magnifica panoramica sulle Serre di Quacella, definite“Alpi Siciliane”. Si procede in un'area dove crescono numerose piante endemiche o rare. Raggiunta una curva a gomito si lascia la carrareccia e si procede lungo un sentiero che attraversa l'area di indigenato dell'endemico Abies nebrodensis. Ripresa più in alto la strada sterrata, si procede raggiungendo Piano Grande dove si trova un bivio. A sinistra si sale per Monte San Salvatore, mentre procedendo a destra si raggiunge, dopo 2,8 km circa, il Santuario della Madonna dell’Alto.

QUACELLA - PIANO BATTAGLIA - MONTE MÙFARA
Dal km 10,3 della SP 119, con in vista una bella panoramica della Quacella, si sale per una stradina e oltrepassate alcune villette e degli abbeveratoi si arriva al suggestivo Piano Trifoglio. Da qui si abbandona la strada in terra battuta e si prende il sentiero che si addentra nella faggeta. Oltrepassata Portella Arena si arriva a Piano Battaglia. Percorsa l'intera polje si inizia a salire seguendo la pista di servizio all'impianto di risalita. Spettacolari le panoramiche che si godono da Monte Mùfara.

PORTELLA COLLA - PIANO CERVI - CASA DI MASTRO PEPPINO
Raggiunto il bivio di Portella Colla, all'incrocio tra la SP 119 e la SP 54, si segue la carrareccia che procede in direzione nordovest.
Abbandonata la strada sterrata si segue un viottolo in salita che porta nell'ampia e suggestiva valle di Piano Cervi. Da qui si segue una mulattiera sulla sinistra che si addentra nella Valle Marrabilice. Procedendo all'ombra di una fitta faggeta si arriva a Fontana Bianca (sulla sinistra si trova il sentiero che sale a Monte dei Cervi) e si procede sino a riprendere la strada sterrata. Procedendo a sinistra, tra fitte faggete e suggestive radure che regalano ampie panoramiche fino alle Eolie, si arriva alla Casa di Mastro Peppino.

PIANO BATTAGLIA - PIANO PRINCIPESSA - PIZZO CARBONARA
Dalla circonvallazione di Piano Battaglia si prende la mulattiera e, lasciando sulla destra l'inghiottitoio della Battaglietta, si inizia a salire. Dopo un breve tratto di sentiero immerso nella faggeta, si raggiunge un bivio. Procedendo a destra si scende nella Valle di Zottafonda e continuando poi a salire si raggiunge Piano Principessa, al margine della quale si trova la Fossa della Principessa con l'omonimo nevaio.
Se dal bivio si procede, invece, sulla sinistra si arriva, dopo aver superato tratti immersi nella faggeta e tratti esposti, nella valle nota con il nome di Fosse di San Gandolfo. Procedendo tra ampie pietraie si supera un irto pendio e si arriva a Pizzo Carbonara da dove si gode di ampie e spettacolari panoramiche che si spingono fino al cono vulcanico dell'Etna, ai Monti Nebrodi, alle Eolie, ai monti della Conca d'Oro, ai Monti Sicani e il centro della Sicilia.

MADONIE ORIENTALI

LE GOLE DI TIBERIO
Raggiungere il km 1,1 della SP 60 che dal bivio di Borrello (frazione di San Mauro Castelverde) sale verso Gangi, e prendere la strada, inizialmente asfaltata, che scende verso valle. Dopo circa 500 metri si raggiungono le Case Tiberio quindi si procede lungo una stradina in terra battuta e a tratti selciata, che muovendo tra secolari ulivi e macchia mediterranea conduce, dopo altri 500 metri circa, all'imbocco di un sentiero realizzato in anni recenti e ben segnalato da un cartello. Più di 400 gradini, in forte pendenza, collegano, con il letto del fiume, a poche decine di metri dall'ingresso alle gole. 
Una volta raggiunto il greto del fiume, in quei periodi in cui la potata d'acqua è minima ci si può avventurare verso le gole. Si deve camminare, meglio con l'ausilio di scarpe da scoglio, per poche decine di metri in mezzo all'acqua e tra pietre scivolose, quindi fare molta attenzione. Con un canotto poi attraversare le gole alla fine di cui si trova una piccola spiaggetta, un bel posto per una piacevole e rilassante sosta. Procedendo ancora lungo il corso del fiume dopo circa 300 metri si raggiungono le piccole gole dove, per chi vuole, si possono fare altri piacevoli bagni.
Ritorno, tutto in salita e molto duro, soprattutto durante le ore più calde e nei giorni più afosi.
Abbigliamento da trekking con l'aggiunta di pantaloncini, scarpe da scoglio, costume da bagno, tovaglia, crema solare, cappellino e abbondante acqua.
L’Associazione Sportiva Dilettantistica Madonie Outdoor da maggio e fino a settembre, organizza escursioni con il gommone nelle gole e a piedi lungo il fiume. Per avere maggiori informazioni o per eventuali prenotazioni inviare un'email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure telefonare al 339.7727584 (Giovanni).

IL SENTIERO DELLA PACE/SANTUARIO MADONNA DELL’ALTO
Percorso: Contrada Cella, Sorgente Cateratti, Pizzo Sant'Otiero, Portella di Mele, Madonna dell'Alto, Vallone della Cella.
Lunghezza del percorso: circa 12 chilometri, ad anello (circa 9 chilometri fino al santuario).
Tempo di percorrenza: circa 4 ore e 45 minuti l'intero percorso (circa 3 ore e 30 minuti fino al santuario).
Natura del percorso: strada sterrata, mulattiera e sentiero.
Segnaletica: segnavia bianco-rosso.
Grado di difficoltà: EE - escursionistico per esperti.
Quota minima: 1140 m
Quota massima: 1810 m
Dislivello: + / - 850 m
Raggiungere la località Cella e posteggiato il mezzo di trasporto nell'ampio spazio che si trova alla fine della strada sterrata, si inizia a camminare in direzione nordest seguendo la stradina in terra battuta. Lasciato, subito sulla sinistra, l'innesto del Sentiero dei Pellegrini, si procede dritti raggiungendo e oltrepassando il Vallone della Cella. Continuando in un ambiente aperto, si incontrano due enorme vasche per la raccolta dell'acqua che per diversi decenni furono utilizzate come vasche di carico della sottostante centrale idroelettrica, entrata in funzione nel 1908.
Subito dopo si attraversa la sorgente Cateratti, poi, in vista di Pizzo Sant'Otiero, si procede tra vasti e rigogliosi pascoli sino a raggiungere una stradina sterrata dove si intercetta il Sentiero della Pace che sale dal sottostante Ponte San Brancato. Continuando sulla sinistra si sale e dopo circa 400 metri si incontra, sul margine sinistro di una curva a gomito, proprio ai piedi della Rocca di Sant'Otiero (Vazu di Santu Tieru), una piccola casa utilizzata dagli operai forestali. La casetta è stata costruita utilizzando pietra calcarea del luogo, detta lumachella perché ricca di conchiglie fossili.
Procedendo lungo la strada sterrata, e avendo cura di tralasciare l'innesto di una mulattiera sulla destra, si incontrano diversi cespugli di due delle tante piante endemiche che crescono sulle Madonie. In questo tratto, proprio a nord di Pizzo Sant'Otiero, si può osservare anche l'abbozzo di una colonna che doveva essere montata nella Chiesa Madre di Petralia Sottana (prima metà del XVII secolo) ma lasciata incompiuta e abbandonata sul posto perché spezzatasi durante la lavorazione.
Raggiunto un pianoro, si abbandona la tracia sulla sinistra e si procede a destra. Subito dopo la strada fa una curva a sinistra ed entra in una valle dove i paesaggi di colpo cambiano. 
Lasciata un'ulteriore deviazione sulla destra si procede ai piedi dei frastagliati e ripidi pendii di Pizzo Inferno, sulla sinistra, e di Cozzo Lampo, sulla destra, che colpisce per l'ampia pietraia che si stende alla sua base.
Si inizia a salire per un ripido e pietroso sentiero, dove si incontrano diversi arbusti di agrifoglio e poi anche cespugli di ginepro e alberi di faggio, e con un po' di fatica si arriva a Portella di Mele 
Abbandonata la traccia sulla destra, che scende verso gli alberi monumentali di Pomieri, si procede a sinistra per un bel sentiero immerso nella fitta faggeta. Superato il letto di un ruscello si raggiunge un piccolo rilievo roccioso, nei pressi di Cozzo del Filatore, da dove, si ha modo di ammirare vaste panoramiche. 
Da qui in poi il sentiero si fa a tratti poco evidente, quindi si raccomanda di procedere con la massima cautela aiutandosi con i segnavia bianco-rossi del CAI. 
Si sale, per alcune centinaia di metri, seguendo un ripido tracciato quindi, superata un'area aperta che permette di godere di belle panoramiche che si spingono fino a Pollina, San Mauro Castelverde e oltre, si rientra nella faggeta e si procede in lieve salita. Usciti di nuovo dal bosco si cammina su vasti pascoli che regalano alla vista ampie panoramiche verso Monte Ferro, il Carbonara, Monte Daino, Monte Quacella, Petralia Sottana, Petralia Soprana e poi i Nebrodi, l'Etna, il centro della Sicilia. Si procede per un tratto quasi in piano, tra nuclei di faggio dal portamento basso e cespuglioso, quindi a mezzacosta si tagliano le pendici meridionali di Monte San Salvatore.
Oltrepassata un'ampia pietraia si inizia a scendere per tracce di sentiero sino a intercettare il Sentiero dei Pellegrini che sale dalla località Cella. Altri 20 metri circa, sulla destra, e si raggiunge la strada sterrata che sale dal versante di Polizzi Generosa. Qui si trova la fontana di Madonna dell'Alto, alimentata da acqua sempre freschissima, e il piccolo cippo cui è legato l'antico rito detto “'a pigghiata da petra”. 
Quest'ultimo tratto del percorso che sale al santuario (circa 70 metri di dislivello in 430 metri) bisogna affrontarlo con il giusto ritmo perché risulta sempre molto faticoso. 
Le origini del santuario sono incerte. Molti studiosi ne attribuiscono la fondazione, nel luogo dove esisteva già una chiesetta in rovina, al Beato Guglielmo Gnoffi da Polizzi, nella seconda metà del XIII secolo. La statua della Madonna, invece, porta la data 1471 sul piedistallo ed è attribuita a Domenico Gagini o a qualche suo stretto collaboratore.
Dopo si procede con il cammino iniziando la via del ritorno. Si scende fino alla fontana e si riprende il sentiero sulla destra. Lasciato subito il Sentiero della Pace sulla sinistra si continua a scendere in forte pendenza zigzagando prima tra sporadici faggi e poi tra vasti pascoli. Qui bisogna prestare attenzione al percorso, soprattutto in primavera quando l'erba è alta e il sentiero a tratti non si vede.
Superato il corso del Vallone della Cella si continua a scendere sulla destra idrografica e si raggiunge il luogo dove nel 2012 è stata collocata un'immagine votiva di San Michele Arcangelo.
Da qui in poi si scende su stradina in terra battuta ed in breve si raggiunge il punto di partenza.

FESTA DELLA MADONNA DELL'ALTO
La prima domenica di luglio e il 15 di agosto

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Un viaggio sostenibile e solidale attraverso la storia e la natura della Sicilia

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